L’idea che fu alla base dell’istituzione dei laboratori è
che il prodotto progettuale degli studenti nasca e si concluda all’interno del
laboratorio, nel luogo dove si svolge (l’aula), e nel tempo che gli è stato
assegnato (un semestre). Questo modello doveva essere completamente alternativo a quello
dei vecchi corsi di composizione, nei quali il professore faceva solo alcune
lezioni e poche revisioni epocali, mentre l’elaborazione dei progetti era
demandata alle revisioni degli assistenti, in modi e tempi non regolamentati e
non controllati.
Lo scorso venerdì ho cercato di spiegare questa differenza
raccontando la mia esperienza personale ai pochi studenti presenti, nonostante
avessi esplicitamente chiesto a tutti di essere in aula alle 9,00 (succedeva
dopo che il mercoledì precedente avevo avuto il laboratorio decimato da un
esonero di meccanica – e pazienza, una volta può succedere).
Alle 9,45 i presenti erano una ventina sugli oltre sessanta
iscritti (quindi circa il 30%), un andazzo che si trascina ormai da tempo. Ora,
non voglio censurare il comportamento di chi arriva in ritardo solo per motivi
burocratici o perché non rispecchia il profilo ideale dello studente responsabile
e coscienzioso, ma vorrei farvi capire che in questo modo, cioè VENENDO IN AULA SOLO PER “FARE REVISIONE”,
si boicotta un laboratorio per come è stato concepito, e nello stesso tempo si
fa un grave torto a chi invece lo frequenta per tutta la sua durata. Se siete
tutti in laboratorio, noi possiamo seguire il vostro lavoro progettuale mentre
si svolge, anche dandovi rapide indicazioni, se è il caso più volte in un
giorno, possiamo fare brevi comunicazioni a tutti su questioni comuni che
emergono nel corso dei lavori, comunicazioni che non hanno alcun senso se fatte
ai soliti “quattro gatti”, costringendoci a ripetere stancamente, gruppo per
gruppo, le stesse cose con grande spreco di tempo. Se venite tardi, le prime
due ore passano discutendo i progetti dei pochi presenti in un’aula semivuota; quando
poi l’aula si riempie, monta un arrembaggio alla revisione che impedisce lo
svolgimento di qualsiasi attività comune. Capite bene che questo è un
atteggiamento arrogante e non più sopportabile.
Poi, non voglio essere burocratico, eppure la burocrazia ha
le sue ragioni. Come sapete, la frequenza È
OBBLIGATORIA: da regolamento, per essere in corso bisogna garantire la
presenza per almeno il 75% dell’orario. Il che significa che chi arriva
stabilmente con un’ora e un quarto di ritardo (chi cioè si presenta intorno
alle 10,15) sarebbe AUTOMATICAMENTE
FUORI.
A questo si aggiunge un’altra, importante, questione. Il
laboratorio ha una durata definita: inizia a ottobre e finisce a gennaio; gli
esami si svolgono entro la fine di febbraio. Oltre questo limite, il nostro
contributo alla preparazione del vostro esame e tutte le attività del
laboratorio CESSANO, perché
altrimenti andrebbero a interferire con lo svolgimento di corsi e laboratori del
semestre successivo. Il nostro impegno è di mettervi in condizioni di sostenere
l’esame a febbraio, come dimostrano gli elaborati finali di cui abbiamo
discusso venerdì. Chi frequenta a tempo perso e ha altri obiettivi (per le
ragioni più disparate e comprensibili, perché dà la precedenza ad altri corsi,
perché ha esami arretrati ancora da sostenere, per esempio) appesantisce
inutilmente il nostro lavoro e danneggia i colleghi, mettendo sabbia in un
ingranaggio già di per sé delicato. Chi è in queste condizioni, e lo dico con
dispiacere, farebbe meglio a lasciare il laboratorio e a rifrequentarlo quando
potrà farlo seriamente.
A mercoledì
Nessun commento:
Posta un commento